Piccarda

Io sono Piccarda, Piccarda Donati. Appartenuta ad una delle famiglie più conosciute e importanti della Firenze tra Duecento e Trecento, proprio da essa sono stata tradita e ferita mortalmente nello spirito.
Per tutta la mia vita, o quasi, ho dedicato la mia quotidianità e i miei pensieri a Dio. Ero così dedita al suo culto da entrare giovanissima in convento per seguire Chiara d’Assisi e per, quindi, evitare i peccati e le futilità del mondo comune.
Purtroppo per me “uomini poi, a mal più ch’a bene usi, / fuor mi rapiron de la dolce chiostra“. Tra queste persone, di cui a Dante non volli ripetere i nomi quando mi incontrò in Paradiso, vi era mio fratello Corso Donati che un giorno decise bene di mettere a frutto i suoi intenti politici donandomi in sposa a Rossellino della Tosa, anch’egli uomo violento. Fui così sottratta ai miei voti, tolta da quel luogo che potevo chiamare casa e rifugio con tutto il mio cuore, per essere riportata in quel mondo peccatore da cui mi ero tanto voluta allontanare. Forse fu proprio il dolore provato di vivere una vita che non doveva né poteva essere la mia che poco dopo il matrimonio morii.
Dante conosceva bene la mia storia poiché conosceva piuttosto bene anche me, essendo io cugina di sua moglie Gemma.

Sapeva che donna pia e devota fossi, ecco perché non ostentai neanche un secondo quando mi rivolse parola durante il suo cammino nell’Aldilà. Io sono la prima beata che il Poeta incontra nel Paradiso, precisamente nel Cielo della Luna, assieme a tutte quelle anime che vissero storie simili alla mia. A me spetta il compito di spiegare al dubbioso Dante alcune delle caratteristiche delle anime beate, anche di quelle che come me sono più lontane da Dio. Ingenuamente secondo il Poeta, infatti, noi spiriti più distanti dal Signore vorremmo star lui più vicino, ma così non è affatto: noi non proviamo invidia e tantomeno desideriamo altro al di fuori di quel che abbiamo, e cioè la grazie eterna.

Le notizie storiche circa Piccarda Donati sono molto ristrette. Proprio Dante con i versi della sua Divina Commedia permette di conoscere in parte la sua storia. Sappiamo appartenesse all’importante famiglia Guelfa dei Donati e che tra i suoi legami di parentela possiamo trovare Gemma Donati, la moglie di Dante. Molto giovane vestì l’abito delle clarisse, ma presto dovette lasciarlo, costretta dal fratello Corso a maritarsi con Rossellino della Tosa, anch’egli esponente Guelfo. Morì poco dopo il matrimonio a causa di una malattia, per alcuni fu la lebbra, per altri la peste.